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La degustazione consiste nel
percepire, identificare e valutare le caratteristiche del vino rilevabili
mediante gli organi di senso. La difficoltà della
degustazione risiede nel suo carattere soggettivo e nella descrizione delle
impressioni ricevute. I risultati della degustazione
sono, in larga misura, relativi al degustatore, alle sue disposizioni, alle sue
suggestioni, all’importanza che egli attribuisce ad ogni difetto. Un enologo
deve quindi cercare di riferire le sue impressioni alla composizione chimica, di
distinguere nella sensazione d’insieme gli elementi costitutivi, la qualità e
i difetti elementari e di riferirli a dei costituenti. Ad esempio egli
distinguerà in un vino rosso l’amabilità provvisoria, dovuta alla presenza
di un eccesso di zucchero, dal vellutato, quantità intrinseca persistente
dovuta ad un basso valore in tannini e ad una bassa acidità. Egli saprà ancora
attribuire in un vino duro la parte imputabile ad un eccesso di tannino, o
precisare l’effetto di un’acidità fissa elevata o ancora ad un’acidità
volatile anormale, difetti che richiedono trattamenti nettamente diversi.
Basandosi sulla degustazione l’enologo potrà stabilire il momento in cui il
vino ha raggiunto il suo optimum di sviluppo, contemporaneamente alla stabilità
biologica definitiva. La tecnica della degustazione per una serie di vini inizia
dai più leggeri, mentre nel caso di vini bianchi dai più secchi. I vini rossi
vanno gustati prima dei vini bianchi. E’ consigliabile che i
campioni si trovino tutti alla temperatura di circa 18 °C. |
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