Scambi e prestiti lessicali tra l'antico ed il moderno nelle principali lingue europee

Home ] Su ]

Friulano

 

 

I volgari italiani erano all’origine parlate locali, tanto varie quanto mutevoli, espressione dei bisogni di piccole comunit� isolate l’una dall’altra. Poi, tra il IX e l’XI secolo, quando, finita la fase pi� drammatica delle "invasioni barbariche", si avvi� una pi� normale vita sociale e, recuperarono importanza economica e politica i centri urbani, le varie parlate ampliarono i loro confini d’uso e nacquero i dialetti italiani.

Questi, non sono lingue inferiori dato che hanno organiche strutture fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali e possono essere studiati in s� e per s�. La stessa lingua italiana altro non � che uno dei tanti dialetti nati dall’evoluzione del latino parlato.

A distinguere i dialetti dalla lingua nazionale perci� sono, all’origine, soltanto aspetti di tipo geografico e socio-comunicativo.

E’ possibile individuare dei tratti linguistici che permettono di riunire in gruppi abbastanza omogenei pi� dialetti che, per effetto di un’evoluzione abbastanza simile, presentano aspetti convergenti. Cos�, nell’area linguistica italiana, si distinguono tre gruppi di dialetti:

Dialetti settentrionali, che si dividono poi in gruppi minori: dialetti gallo-italici ( piemontese, lombardo, trentino, ligure, emiliano-romagnolo ); dialetti veneti ( veneziano, veronese, vicentino, padovano, trevigiano, triestino, veneto-friulano )Dialetti settentrionali, che si dividono poi in gruppi minori: dialetti gallo-italici ( piemontese, lombardo, trentino, ligure, emiliano-romagnolo ); dialetti veneti ( veneziano, veronese, vicentino, padovano, trevigiano, triestino, veneto-friulano )

Dialetti toscani, ( fiorentino, aretino, senese ) Dialetti toscani, ( fiorentino, aretino, senese )

Dialetti centro-meridionali

Accanto a questi dialetti si collocano altri due gruppi che hanno caratteristiche proprie che ne fanno lingue romanze:

Dialetti sardi

Dialetti ladini ( da latinus, ‘latino’ ) o retroromanzi: il friulano e il dolomitico.

 

STORIA E DIFFUSIONE DEL FRIULANO IN REGIONE

La formazione storica della parlata friulana, avvenuta sempre all’interno del territorio geografico regionale, ha determinato il fatto che il friulano � oggi parlato entro i limiti territoriali i quali coincidono coi confini politico-amministrativi delle province di Gorizia, Udine e Pordenone.

La storia della parlata friulana si pu� ricondurre a tre momenti essenziali: nel primo la comparsa entro i confini regionali di popoli parlanti lingue indoeuropee; nel secondo la frantumazione e la rovina di un equilibrio linguistico-sociale creato dai popoli indoeuropei nell’epoca della romanizzazione da parte di quei popoli non romanizzati; il terzo momento, infine, durante il quale le ragioni geografiche prevalsero su quelle storiche, cos� che il Friuli ricondotto al dominio veneziano fin� con l’essere integrato a pieno nella cultura italiana.

Ci sono stati poi dei contatti con le regioni vicine dell’Istria, di Venezia e con le popolazioni germaniche e slave che hanno aiutato l’apertura della cultura friulana a nuove influenze. Anche dal punto di vista meramente lessicale sembra che si possa affermare che il friulano � stato costantemente partecipe di una circolazione di parole diversificate rispetto all’ambito italiano e che � stato capace di una non trascurabile innovazione per conto suo. Non si possono dimenticare a questo proposito i classici esempi di cambiamenti lessicali che in ogni tempo hanno opposto il Friuli all’Italia: la parole latina SOLICULU, in friul. sor�li e in franc. soleil ma in italiano sole; oppure dal latino CAPUT, in friul. cjaf, in franc. fete e in ital. testa.

Ma la singolarit� del friulano si rivela anche in certe scelte lessicali o derivative che non hanno facili riscontri altrove. Ad esempio dal lat. ACUCELLA, friul. gusi�le ( di fronte all’ital. ago e al franc. aiuguille, dal lat. ACUCULA ) e dalla frequenza con cui � usato il suffisso –ITTUS.

 

Da un’attenta riflessione risulta naturale che non in tutte le localit� del territorio di parlata friulana, questa "lingua" si usi con la stessa intensit� e con la stessa frequenza da parte di tutti i parlanti. La sua diffusione segue uno schema tipico secondo il quale la parlata secondaria all’italiano risulta assai pi� diffusa nelle localit� isolate, relativamente arretrate e meno esposte dal punto di vista culturale. Le zone di massima resistenza del friulano sono quelle del Friuli collinare, di quello montano in particolare della zona della Carnia.

Il problema del friulano piuttosto che un problema linguistico, � oggi un problema socio-linguistico. Circa il 60% dei residenti in Friuli parla quotidianamente il friulano. Uso che peraltro � normalmente ristretto ai soli ambiti comunicativi del vivere quotidiano in casa, al lavoro, nei rapporti con amici, conoscenti, etc. Qualsiasi esigenza di carattere ufficiale, amministrativo, burocratico, viene normalmente trattato in italiano.

Esistono anche coloro che non parlano il friulano; si distinguono in coloro i quali provengono da altre regioni italiane e coloro che pur conoscendo il dialetto si rifiutano di usarlo.

 

Il Friuli rappresenta, come � noto, la regione in cui si sono incontrate le tre schiatte fondamentali che costituiscono la nostra Europa: neolatina, germanica e slava.

Ancora oggi in una valletta friulana, la Val Canale, i grandi domini linguistici della Rom�nia, della Germania e della Slavia si toccano e si sovrappongono. All’enorme espansione del latino , dovuta alla conquista romana, far� seguito la formazione di un’amplissima Rom�nia linguistica(una Rom�nia originaria) successivamente in parte sopraffatta in alcune aree marginali (ci� che i linguisti denominano la "Rom�nia perduta"). Ma gi� negli ultimi secoli del dominio romano, con le invasioni barbariche, si insinua nel territorio latino e neo latino l’elemento germanico con conseguenze pi� o meno profonde nell’assetto etnico e linguistico di molte regioni. Nella maggioranza dei casi, infatti, il latino ha resistito fino ai giorni nostri.

L’influenza esercitata da altre migrazioni etniche nello spazio linguistico romanzo � assai minopre anche se non possiamo ignorare le varie correnti migratorie e i conseguenti influssi esercitati da elementi slavi, a prima vista meno appariscenti.

Nel nostro territorio nazionale � noto che Goti, Longobardi e Franchi (per citare i popoli germanici che hanno maggiormente influito anche nella costituzione lessicale delle nostre parlate) furono assorbiti dall’elemento romanzo. E’ stato invece il Drang nach Suden dell’elemento baiuvaro che, attraverso la conquista militare e l’autorit� esercitata dalle classi dirigenti e dal clero, � venuto via via a sottrarre alla romagna, in varie epoche, ampie zone dell’Alto Adige che pertanto divennero "Sudtirol".

Ben diversa � la situazione del Friuli. Anche se non mancano alcune analogie nella penetrazione, a certi livelli, della cultura e della civilt� germanica nel medioevo, bisogna riconoscere che le propaggini germaniche non hanno avuto un ruolo determinante nella storia linguistica della regione. Il Germanesimo friulano �, peraltro, unicamente Germanesimo degli starti sociali alti, della nobilt� e dell’alto clero. Nei dialetti friulani non sono molto rilevanti le tracce di una vita e di una cultura tedesca.

Pi� consistente � sicuramente l’apporto slavo con una stratificazione sociale esattamente opposta a quella germanica. L’elemento slavo � costituito da contadini richiamati a ripopolare ampie zone di pianura profondamente devasta e dalle incursioni soprattutto ungariche della fine del secolo IX e della prima met� del X. Erano terre date in allodio, terre abbandonate e non coltivate che gli slavi denominarono "pustote". E’ interessante osservare che tale termine passo dallo sloveno al friulano e spesso anche ai dialetti veneti.

Ma nel settore linguistico anche l’apporto slavo all’idioma friulano appare subito assai limitato tranne in pochi casi della vita agricola e pastorale.

Seguono ora alcune note storico-etimologiche su:

  1. Nomi di localit� che traggono verosimilmente il nome da un antico castrum di origine preromana-romana:
  2. Meduno = Medunum castrum;

    Corm�ns = in Cormones ( apud castrum Cormones );

    Cividale = da civitate.

  3. Nomi di castelli di origine germanica;
  4. Nomi in –bergo ( vale a dire –berg );

    Nomi in –stagno ( cio� in –stein );

    Nomi in –eg, -eck;

    Adelsberg, italianizzato in Adalberga ( denominazione tedesca per Postumia );

    Aasenstein o Hasenstein ( presso Venzone );

    Schwarzenegg dal tedesco schwarz ( nero; su un’altura vicino al Timavo ).

    Nelle denominazioni dei castelli tedeschi in Friuli � pressoch� inesistente l’elemento longobardo: essi sono infatti, in generale, di origine baiuvara.

  5. Nomi locali slavi della fascia orientale adattati alla lingua italiana da lungo tempo.

Gorizia dallo sloveno Gorica = collina

Gradisca dallo sloveno Grad = luogo fortificato, castello.

 

Precedente ] Home ] Su ] Successiva ]