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Le fermentazioni, sono
reazioni di trasformazione degli zuccheri; alcune di esse avvengono in ambiente
anaerobico (quelle che Pasteur definiva in modo classico “vita senza aria”),
altre, avvengono in aereobiosi, con consumo di ossigeno e accumulo di un
prodotto di ossidazione completa del substrato (ad esempio acido acetico e acido
citrico). Naturalmente, ai fini di una
produzione industriale, le condizioni devono essere differenti a seconda del
tipo di fermentazione che si vuole realizzare. Per le fermentazioni aerobiche
sarà necessario un continuo rifornimento di ossigeno e una buona agitazione
della massa fermentante, per evitare che sulla superficie, si formi uno strato
di microrganismi troppo spesso, che ostacolerebbe l’ossigenazione. D’altra
parte è necessario anche ostacolare una ossigenazione troppo spinta dei
prodotti di fermentazione (acetica e citrica). Le fermentazioni anaerobiche
(formula n. 1) avvengono in assenza non completa di ossigeno in quanto,una certa
quantità dello stesso, è necessaria per permettere la riproduzione di cellule
microbiche che, altrimenti, non si moltiplicherebbero e che farebbero arrestare
la fermentazione. Formula n. 1: EQUAZIONE
GENERALE DELLA FERMENTAZIONE ALCOLICA REALIZZATA DA GAY-LUSSAC
C6H12O6
=>
2 C2H5OH
+
2 CO2 Successivamente si accertò
che tale trasformazione biologica avveniva ad opera delle cellule del lievito; o
meglio era dovuto ad enzimi prodotti dai lieviti. Furono
così studiati e accertati i vari passaggi chimici della fermentazione alcolica
che come prodotti finali, in presenza di ossigeno, danno anidride carbonica e
acqua (respirazione cellulare), in
assenza di ossigeno il glucosio viene trasformato in prodotti vari
(fermentazione). Nella fermentazione alcolica
il glucosio viene trasformato in acido piruvico ed infine, in alcool etilico e
anidride carbonica. Il processo della
fermentazione alcolica avviene con produzione di energia che fa aumentare
notevolmente la temperatura durante la reazione; di conseguenza, un problema di
notevole importanza ai fini della produzione industriale è quello di
refrigerare i contenitori di fermentazione per abbassare la temperatura a
livelli adeguati durante la reazione. I lieviti hanno una capacità
“omofermentante”, cioè essi utilizzano il glucosio producendo solo alcool
etilico. Questa loro proprietà viene molto sfruttata industrialmente per vari
scopi: per produrre alcool etilico, bevande alcoliche (vino, birra), distillati
delle bevande alcoliche (acquaviti, liquori), lievito come massa cellulare per
la fermentazione panaria, vitamine del complesso B (di cui il lievito è molto
ricco). Le materie prime zuccherine
che vengono usate sono: l’amido, la cellulosa, le sostanze fecolacee. Questi
composti sono molto complessi, pertanto i lieviti sono capaci di metabolizzarli
solo in seguito ad un processo di semplificazione, detto “saccarificazione”. Durante la fermentazione
alcolica, oltre all’alcool etilico, si formano una serie di prodotti
secondari. FATTORI
FISICI CHE INFLUENZANO LA FERMENTAZIONE ALCOLICA
Ci
sono vari metodi di aerazione: 1)
quello più antico, con le follature;
2)
quello più moderno con il rimontaggio,
specie quando il mosto viene messo in tini o in vasche molto grandi, consiste
nel far cadere a pioggia il mosto in un sottospina, e di qui la pompa lo riversa
dall’alto sul cappello delle vinacce; specie quando il mosto viene messo in
tini o in vasche molto grandi. Il rimontaggio presenta il grande vantaggio di
omogeneizzare la massa fermentante. ·
-Refrigerazione e condizionamento dei mosti in
fermentazione: la refrigerazione rappresenta un aspetto molto importante ed
attuale della tecnologia enologica. Interessa particolarmente le zone calde del
nostro Mezzogiorno. Particolare importanza riveste
la conoscenza dell’influsso esercitato dalla temperatura sulla crescita e sul
metabolismo dei lieviti. La temperatura, a parità di altre condizioni,
determina la lunghezza del periodo di latenza e la velocità di crescita del
lievito presente nel mosto. Ben nota è la dipendenza
della resa in alcool dalla temperatura di fermentazione. Nella pratica corrente,
però, la maggior parte degli autori è concorde nell’indicare in 20 - 22°C
(massimo 25°C) il valore ottimale della temperatura per ottenere le migliori
rese di alcol. Il controllo della temperatura
quindi è oltremodo necessario nella fermentazione dei mosti al fine di ottenere
il maggior grado alcolico e la migliore qualità dei vini. Il controllo può essere
effettuato in maniera abbastanza semplice ed efficiente sia preventivamente, che
nel corso della fermentazione, mantenendo ovviamente conto della natura dei vari
mosti: a)
Refrigerazione
preventiva:
l’entità di questa refrigerazione dipende da due fattori: -temperatura iniziale del
mosto; -temperatura minima
raggiungibile;
b) Refrigerazione nel
corso della fermentazione: il raffreddamento dei mosti durante la fermentazione ha la funzione specifica di
migliorare la qualità del vino ottenibile. Infatti la fermentazione a
temperatura controllata agisce sui fermenti determinando nei vini prodotti il
vantaggio di un deciso miglioramento dei caratteri organolettici.
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