Scambi e prestiti lessicali tra l'antico ed il moderno nelle principali lingue europee Tedesco e Triestino
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Gi� nel Medioevo, quando Trieste era un grande villaggio, dove vivevano principalmente contadini, pescatori e alcuni commercianti, nella citt� si parlavano molte lingue: quasi un terzo degli abitanti parlavano lo Sloveno, un terzo il Friulano e il resto parlava il dialetto locale, il quale � affine al Veneziano. Pi� tardi, quando Trieste nel XVIII secolo divent� un importante porto e molti commercianti, imprenditori e banchieri vennero nella citt�, si parlava come lingua franca l'italiano, ma venivano parlate anche altre lingue come il tedesco, il croato, il greco, l'ungherese e il turco. Tutte queste lingue hanno influenzato il dialetto triestino, cosicch� molte parole straniere furono assorbite dal dialetto. E' caratteristico di questa citt� che il dialetto viene parlato dalla maggior parte della popolazione, quasi come segno della particolarit� della citt�, che, situata al punto d'incrocio di diverse culture, vuole conservare la sua identit�. Anche sul posto di lavoro � ancora oggi usuale parlare il dialetto. E non dobbiamo meravigliarci, se un impiegato delle ferrovie o delle poste o un bancario parla in dialetto con il suo cliente. Anche nelle famiglie si parla per lo pi� dialetto. Tra i molti vocaboli, che derivano da lingue straniere, ne abbiamo trovato alcuni dorigine tedesca. Qui di seguito citiamo alcuni esempi
Altre parole del dialetto triestino di derivazione tedesca:
Durante la prima guerra mondiale: Un esempio rilevante di un triestino, sciolto e disinvolto in genere proclive allaccoglimento di innovazioni lessicali, sono le poesie del Leghissa, incentrate per buona parte sulla descrizione della vita militare nelle caserme e sul fronte austriaco. I termini, anche gergali, della terminologia militare, sono per lo pi� TEDESCHISMI, alcuni dei quali rimarranno vivi fino ai nostri giorni. Esempi:
Dal 1945 ad oggi: Ad un certo momento della storia, il triestino sostituisce il suono s con sc; limpiego della sibilante sorda s non si pu� dire con certezza se sia un italianismo ma ci� non toglie che la somiglianza con il tedesco sia molto notevole.
Coloriti esempi di parole di derivazione tedesca allinterno del triestino (vedi citaz. 1 e 2), o di citazioni dal tedesco (vedi citaz. 3,4,5,6,7) che evidenziano la familiarit� del triestino con questa lingua compaiono nelle "Maldobrie", racconti dialogati di Carpinteri e Faraguna.
-Mia povera nona fazeva sempre c�guluf. -Indiferente, C�guluf come quel de Barba Nane no go mai magn�. [ ]su lista iera sempre notado "Kugelhupf Martha Washington", che anzi qualche passeger diseva:"Cossa ga fato Marta Washington sto c�guluf?" Un rider!" (Le Maldobrie pag. 22) -Bilieto, signor bilieto, meine Herren ( ). Ma come el ghe disi- Monfalcone? Wie so Monfalcone? Che Monfalcone xe in casa del diavolo, ancora in Austria, noch in �sterreich, vizin Trieste, neben Triest" (Viva lA pag. 277) -Kl�klus Klan? -Ma cossa Kl�klus Klan! Chi se insognava quele volte de ste robe? Kapa, Kapa, Kapa Ka und Ka ka, come che i ne imparava una volta anca a scola e de militari, ve iera Kaiser und K�nig Krixmarine Imperialregia Marina di Guera Austiaca, natural." (Viva lA pag. 249) Che per� i parla tedesco. E come che el se senta! sto Unteroffizier, sto sotuficial, -soto i gnochi un sotouficial iera una roba incredibile-, el ghe fa come un inchino e el ghe disi:"Mahlzeit" -Malzait. -Si, malzait. Che vol dir per tedesco "Bon apetito" " (Le Maldobrie pag. 42) Gustosissime le osservazioni del protagonista sullapprendimento delle lingue straniere:
Il dialetto per sua natura � una forma d'espressione verbale flessibile e infinitamente mutevole. Leggerlo stampato non � immediato: richiede la fatica di tradurre dapprima in suono le parole scritte, e poi quella di riascoltarsele cavandone un significato; per chi non ci avesse mai pensato, quando si legge normalmente invece le parole passano dritte dagli occhi all'intelletto (o dalla corteccia visiva all'area di Wernicke) saltando la fase vocale. Fortunatamente esistono dei precedenti illustri molto noti - ad esempio Carpinteri & Faraguna - che hanno avuto il coraggio di scrivere in dialetto anche nel periodo buio in cui "iera poco fin". Dai loro lavori - i numeri della Cittadella, Le Maldobr�e, Serbidi�la, giusto per citarne alcuni fra i pi� diffusi - possiamo trarre, oltre che il piacere di leggerli, anche una serie di regole orientative sul come tradurre in parola scritta quello che gi� siamo perfettamente in grado di dire a voce senza alcuno sforzo cosciente (vedi gli esempi citati sopra). Interessante limpasto di tedesco, triestino e italiano, linguaggio mitico e segno che il poeta Fery F�lker inventa per esprimere il legame che lo stringe alla sua terra e alle sue radici. Fery F�lker, Immer noch Triest, Trieste ancora (1978)
E per finire citiamo alcuni versi da unaltra poesia un po malinconica dello stesso autore, che sembrano quasi come un epitaffio.
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