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Austriaco

 

 

La lingua tedesca viene attualmente utilizzata da circa 120 milioni di parlanti, distribuiti tra Germania, Austria, Svizzera e Alto Adige (Sud Tirol). La sua attuale diffusione � dovuta all’esito finale della II Guerra mondiale che ha determinato in alcune zone l’abbandono dell’idioma (Europa Orientale), in altre la sua riaffermazione (Alto Adige).

Essendo l’area di lingua tedesca -specie la Germania- molto sviluppata in senso latitudinale, si risentono maggiormente le influenze geolinguistiche sulla parlata originale che si presenta perci� ricca di varianti: esistono le variet� regionali, il tedesco della Svizzera e l’Austriaco.

Il tedesco della Germania si differenzia, talvolta significativamente, dalla parlata austriaca. Bisogna tener conto delle vicende storiche che hanno interessato Austria e Germania, nonch� del fatto che ancor oggi questi paesi hanno istituzioni politiche, cultura, usi e costumi diversi, e ci� si riflette inevitabilmente sul tedesco, soprattutto a livello semantico (significato delle parole), ma anche nella grammatica normativa (sul come sia corretto parlare e scrivere) e nell’accentazione.

  • Fin dal primo approccio con il tedesco austriaco ci rendiamo conto che molte differenze riguardano la denominazione degli ALIMENTI:

     

    Tedesco standard Austriaco
    die Tomate (pomodoro) der Paradeiser(Paradeissosse, salsa dipomodoro)
    die Kartoffel (patata) der Erdapfel (Erdapfelknodel, gnocchi di patate)
    die Sahne (panna) das Schlagsobers
    die Apfelsine (arancia) die Orange
    das Brotchen (panino) die Semmel
    der Mais (granoturco) der Kukuruz
    die Susspeise (il dolce) die Mehlspeise
    die Aprikose (albicocca) die Marille
    der Pilz (fungo) der Schwammerl(Schwammerlsosse/Suppe, minestra/  salsa di funghi)
    der Quark (ricotta) der Topfen (Topfenstrudel, strudel di ricotta)
    der Meerrettich (cren) der Kren
    das Backhuhn (pollo arrosto) das Backhendl
    der Blumenkohl (cavolfiore) der Karfiol
    der Holunder (sambuco) der Holler
    die Johannisbeere (ribes) die Ribisel
    die Petersilie (prezzemolo) der Petersil
  • Altre, come gi� detto, riguardano le ISTITUZIONI POLITICHE:

     

    Germania Austria
    Wahlkandidat (candidato alle elezioni) Wahlwerber
    Ministerprasident (capo di governo di un Land) Landeshauptmann
    Bundesrat (governo federale) consigliere federale

Questi ultimi esempi dimostrano come in molti casi il contesto linguistico sia indispensabile per l’individuazione del corretto significato di un termine.

  • Altri esempi che riguardano la VITA QUOTIDIANA (usi e costumi):

     

    Germania Austria
    Grossvater/Grossmutter (nonno/a) Opa/Oma
    die Hausschuhe (pantofole) die Patschen
    das Pferd (cavallo) der Ross
    das Kindermadchen (bambinaia) die Kindermadel
    die Klassenarbeit (compito in classe) die Schularbeit
    das Krankenhaus (ospedale) das Spital
    die Tasse (tazza) die Schale
    der Januar (gennaio) der Janner
    das Kind (figlio/bambino) der Bub
    das Madchen (ragazza) die Dirne
    der Schrank (armadio) der Kasten
    das Bierglas (bicchiere di birra da � litro) das Krugel
    am Morgen (al mattino) in der Fruh
    die Steckmucke (zanzara) die Gelse
    die Wettervorhersage (previsioni del tempo) die Wetterprognose
    die Nachmittagsmahlzeit (merenda) die Jause
    eine Zwischenmahlzeit (fare merenda) jausen einnehmen
    auf Wiedersehen (arrivederci) auf Wiederschauen oder Servus

 

  • Anche le FORMULE DI SALUTO in uso in Austria e Germania, spesso diverse, sono espressione delle diverse realt� ambientali, sociali, culturali nelle quali si sono affermate.

Proponiamo a questo proposito la traduzione di un articolo, in cui un giornalista tedesco commenta con grande precisione e sensibilit� le diverse sfumature di significato che caratterizzano il modo di salutare in Austria e in Germania.

"GRUSS GOTT"

Non sembra, ma le nostre formule di saluto e commiato non sono facili. Il vecchio "GutenTag" (1), ad esempio, pu� essere pronunciato con tono patriarcale e rispettoso; nella sua occasionalit� pu� avere come sottofondo il campanello della porta di un negozio o anche essere accompagnato da una calorosa stretta di mano.

Esso viene usato inoltre come risposta o pu� suonare addirittura come una provocazione per chi � di cattivo umore. "Come buon Giorno? Questa � una giornata pessima".

I tedeschi del Nord non di rado si sorprendono del fatto che una volta giunti a Sud della linea del Meno dimentichino praticamente le consuete forme di saluto e le sostituiscano fin dal terzo giorno con un "Gruss Gott" (2) . Dietro a questo fenomeno si nasconde molto pi� della semplice capacit� di adattamento alle variet� regionali: l’atmosfera tipica della comunit� contadina, della gente che va in chiesa la domenica fa emergere nel sensibile uomo di citt� ricordi che credeva sepolti dai tempi della Prima Comunione.

Gli abitanti delle citt� di regola salutano molto poco o solo il vicino della porta accanto. Gi� in questo fatto i sociologi vedono minacciosi presagi di un crescente isolamento. E anche l� dove si usa ancora salutare - ci� avviene quasi sempre solo nella cerchia di amici o tra colleghi di lavoro - le forme di saluto tracciano confini ben precisi.

C’� il "Guten Morgen" (3) della routine dell’ufficio e il "Mahlzeit" (4) nella zona industriale. Entrambi non comportano in genere lo sviluppo di un dialogo, bens� provocano la risposta con l’identica formula. E’ gi� un po’ diverso il "Wie geht’s denn so?" (5) un "Es geht so!" (6) � la risposta che ci si aspetta, di certo ci si conosce abbastanza per dare inizio a una piccola conversazione: se poi chi saluta pone davanti a questa frase un "Na...?!" e tralascia il "...denn so" (7), allora pu� nascere persino una conversazione seria.

Soprattutto il "Na..."(8) - secondo l’informazione ricevuta da un pap� di teenager - diventa sempre pi� di frequente un saluto standard. I vantaggi sono evidenti: a seconda del tono questo suono pu� esprimere curiosa attesa, esitazione, stima, sprezzo o persino condanna a priori.

Colui che viene salutato cos�, fa bene a stare attento. Tanto pi� se

(1) = Buon Giorno.

(2) = Buon Giorno nella Germania meridionale e in Austria. Contiene la parola "Dio".

(3) = Buon Giorno: si usa nelle prime ore del mattino.

(4) = Buon pranzo.

(5) = Come va?

(6) = Si tira avanti!

(7) = Na, wie geht’s? (Allora, come vanno le cose?)

(8) = Allora?

� ancora abituato al neutrale e informale "Gruss Dich!" (9) della generazione dei 35-40enni che amano dare del tu, e che non richiede alcuna risposta. "Hi!" (10) o, ancora meglio, "Hallo!" (11) si prestano come il "Na?!" a esprimere atmosfere, a dare suono a una precisa situazione. Il modo di salutare � il biglietto da visita. Se il saluto al momento dell’incontro � polvere da sparo per i contatti sociali, la formula di commiato � pura dinamite. E’ cos�: la conversazione pu� essere stata buona, deludente o addirittura pu� non esserci stata. Il finale, comunque, � adeguato al clima che si � creato.

Gi� dai tempi dei romanzi sdolcinati di fine secolo conosciamo il fatale dialogo di commiato: "Auf Wiedersehen, mein Fraulein!" (12) - Gelida risposta: "Auf Wiedersehen? Adieu, mein Herr!" il cui senso era "Auf Nimmerwiedersehen!" (13).

Nell’avvicendarsi dei tempi ci siamo gi� accomiatati da numerose formule di commiato. Nessuno, che ossequi pi� la "werte Gattin" (14), persino il "Gruss an die Frau!" (15) viene evitato dallo spirito della nostra epoca. La cortesia arriva appena fino a chi ci sta di fronte. E anche l� arriva a stento: chi augura pi� al proprio interlocutore un "Lebewohl" (16) o un "Gottbefohlen" (17)? Questi auguri personali al momento del congedo si sono conservati solo tra gli abitanti delle Alpi, e hanno le loro radici nella fitta rete di rapporti sociali delle comunit� paesane.

Le citt� al contrario sono state incessantemente sottoposte a influssi mutevoli: con un "Bye, Bye!" (18) si congedavano molti tedeschi del dopoguerra, all’epoca dell’occupazione americana, e non di rado a questo saluto si aggiungeva l’hollywoodiano vezzeggiativo "baby" (19).

Il "Ciao!" (20) lo portarono pi� tardi i tedeschi amanti delle vacanze in Italia, dopo la riforma monetaria. Esso ricorda il diffuso "Tschuss!" (21) oppure "Tscho!" (21), che gi� quasi rinnega la sua origine dall’"Adieu!" reso in basso tedesco con Adjus.

Amburgo manda i suoi saluti. Chi vuole essere chic oggi, uscendo dal suo bistrot si accomiata ancora con l’espressione italiana corretta "Ciao!" (20).

Nel tedesco attuale balena spesso qualcosa di nordamericano: dal "See you!" � nata la formula che difficilmente mantiene la sua promessa,

(9) = Salve.

(10)= Ciao negli USA.

(11)= Ciao.

(12)= Arrivederci signorina cara!

(13)= Arrivederci? Addio mio signore! (A non pi� rivederci).

(14)= "Bitte empfehlen sie mich Ihrer werten Gattin!" (Mi ossequi la sua signora).

(15)= Saluti alla signora.

(16)= Addio!. (Contiene l’augurio "vivi bene").

(17)= Addio!. (Contiene il riferimento alla devozione a Dio).

(18)= Addio, arrivederci (In inglese).

(19)= Ciao, baby!

(20)= In italiano nel testo.

(21)= Ciao (Ma solo al momento del commiato).

ma che tuttavia � cortesissima "Wir sehen uns!"(22). E’proprio questa la caratteristica delle formule di commiato oggi: sono prive di carattere, promettono molto e non dicono nulla. "Wir sehen uns" ha la variante "Bis dann!" (23) come pure "Bis bald!" (23) o anche "Na, denn" (24). Chi vuole scorgere per forza la volont� di prendere un impegno in queste formule non impegnative, fa un grosso errore.

(22)= Ci vediamo!     (23)= A poi! A presto!     (24)= Allora va bene.

( TRAD. da "PZ" Nr. 46; Bonn- sett. 86)

 

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