Scambi e prestiti lessicali tra l'antico ed il moderno nelle principali lingue europee Austriaco
|
La lingua tedesca viene attualmente utilizzata da circa 120 milioni di parlanti, distribuiti tra Germania, Austria, Svizzera e Alto Adige (Sud Tirol). La sua attuale diffusione � dovuta allesito finale della II Guerra mondiale che ha determinato in alcune zone labbandono dellidioma (Europa Orientale), in altre la sua riaffermazione (Alto Adige). Essendo larea di lingua tedesca -specie la Germania- molto sviluppata in senso latitudinale, si risentono maggiormente le influenze geolinguistiche sulla parlata originale che si presenta perci� ricca di varianti: esistono le variet� regionali, il tedesco della Svizzera e lAustriaco. Il tedesco della Germania si differenzia, talvolta significativamente, dalla parlata austriaca. Bisogna tener conto delle vicende storiche che hanno interessato Austria e Germania, nonch� del fatto che ancor oggi questi paesi hanno istituzioni politiche, cultura, usi e costumi diversi, e ci� si riflette inevitabilmente sul tedesco, soprattutto a livello semantico (significato delle parole), ma anche nella grammatica normativa (sul come sia corretto parlare e scrivere) e nellaccentazione.
Questi ultimi esempi dimostrano come in molti casi il contesto linguistico sia indispensabile per lindividuazione del corretto significato di un termine.
Proponiamo a questo proposito la traduzione di un articolo, in cui un giornalista tedesco commenta con grande precisione e sensibilit� le diverse sfumature di significato che caratterizzano il modo di salutare in Austria e in Germania.
I tedeschi del Nord non di rado si sorprendono del fatto che una volta giunti a Sud della linea del Meno dimentichino praticamente le consuete forme di saluto e le sostituiscano fin dal terzo giorno con un "Gruss Gott" (2) . Dietro a questo fenomeno si nasconde molto pi� della semplice capacit� di adattamento alle variet� regionali: latmosfera tipica della comunit� contadina, della gente che va in chiesa la domenica fa emergere nel sensibile uomo di citt� ricordi che credeva sepolti dai tempi della Prima Comunione. Gli abitanti delle citt� di regola salutano molto poco o solo il vicino della porta accanto. Gi� in questo fatto i sociologi vedono minacciosi presagi di un crescente isolamento. E anche l� dove si usa ancora salutare - ci� avviene quasi sempre solo nella cerchia di amici o tra colleghi di lavoro - le forme di saluto tracciano confini ben precisi. C� il "Guten Morgen" (3) della routine dellufficio e il "Mahlzeit" (4) nella zona industriale. Entrambi non comportano in genere lo sviluppo di un dialogo, bens� provocano la risposta con lidentica formula. E gi� un po diverso il "Wie gehts denn so?" (5) un "Es geht so!" (6) � la risposta che ci si aspetta, di certo ci si conosce abbastanza per dare inizio a una piccola conversazione: se poi chi saluta pone davanti a questa frase un "Na...?!" e tralascia il "...denn so" (7), allora pu� nascere persino una conversazione seria. Soprattutto il "Na..."(8) - secondo linformazione ricevuta da un pap� di teenager - diventa sempre pi� di frequente un saluto standard. I vantaggi sono evidenti: a seconda del tono questo suono pu� esprimere curiosa attesa, esitazione, stima, sprezzo o persino condanna a priori. Colui che viene salutato cos�, fa bene a stare attento. Tanto pi� se (1) = Buon Giorno. (2) = Buon Giorno nella Germania meridionale e in Austria. Contiene la parola "Dio". (3) = Buon Giorno: si usa nelle prime ore del mattino. (4) = Buon pranzo. (5) = Come va? (6) = Si tira avanti! (7) = Na, wie gehts? (Allora, come vanno le cose?) (8) = Allora? � ancora abituato al neutrale e informale "Gruss Dich!" (9) della generazione dei 35-40enni che amano dare del tu, e che non richiede alcuna risposta. "Hi!" (10) o, ancora meglio, "Hallo!" (11) si prestano come il "Na?!" a esprimere atmosfere, a dare suono a una precisa situazione. Il modo di salutare � il biglietto da visita. Se il saluto al momento dellincontro � polvere da sparo per i contatti sociali, la formula di commiato � pura dinamite. E cos�: la conversazione pu� essere stata buona, deludente o addirittura pu� non esserci stata. Il finale, comunque, � adeguato al clima che si � creato. Gi� dai tempi dei romanzi sdolcinati di fine secolo conosciamo il fatale dialogo di commiato: "Auf Wiedersehen, mein Fraulein!" (12) - Gelida risposta: "Auf Wiedersehen? Adieu, mein Herr!" il cui senso era "Auf Nimmerwiedersehen!" (13). Nellavvicendarsi dei tempi ci siamo gi� accomiatati da numerose formule di commiato. Nessuno, che ossequi pi� la "werte Gattin" (14), persino il "Gruss an die Frau!" (15) viene evitato dallo spirito della nostra epoca. La cortesia arriva appena fino a chi ci sta di fronte. E anche l� arriva a stento: chi augura pi� al proprio interlocutore un "Lebewohl" (16) o un "Gottbefohlen" (17)? Questi auguri personali al momento del congedo si sono conservati solo tra gli abitanti delle Alpi, e hanno le loro radici nella fitta rete di rapporti sociali delle comunit� paesane. Le citt� al contrario sono state incessantemente sottoposte a influssi mutevoli: con un "Bye, Bye!" (18) si congedavano molti tedeschi del dopoguerra, allepoca delloccupazione americana, e non di rado a questo saluto si aggiungeva lhollywoodiano vezzeggiativo "baby" (19). Il "Ciao!" (20) lo portarono pi� tardi i tedeschi amanti delle vacanze in Italia, dopo la riforma monetaria. Esso ricorda il diffuso "Tschuss!" (21) oppure "Tscho!" (21), che gi� quasi rinnega la sua origine dall"Adieu!" reso in basso tedesco con Adjus. Amburgo manda i suoi saluti. Chi vuole essere chic oggi, uscendo dal suo bistrot si accomiata ancora con lespressione italiana corretta "Ciao!" (20). Nel tedesco attuale balena spesso qualcosa di nordamericano: dal "See you!" � nata la formula che difficilmente mantiene la sua promessa, (9) = Salve. (10)= Ciao negli USA. (11)= Ciao. (12)= Arrivederci signorina cara! (13)= Arrivederci? Addio mio signore! (A non pi� rivederci). (14)= "Bitte empfehlen sie mich Ihrer werten Gattin!" (Mi ossequi la sua signora). (15)= Saluti alla signora. (16)= Addio!. (Contiene laugurio "vivi bene"). (17)= Addio!. (Contiene il riferimento alla devozione a Dio). (18)= Addio, arrivederci (In inglese). (19)= Ciao, baby! (20)= In italiano nel testo. (21)= Ciao (Ma solo al momento del commiato). ma che tuttavia � cortesissima "Wir sehen uns!"(22). Eproprio questa la caratteristica delle formule di commiato oggi: sono prive di carattere, promettono molto e non dicono nulla. "Wir sehen uns" ha la variante "Bis dann!" (23) come pure "Bis bald!" (23) o anche "Na, denn" (24). Chi vuole scorgere per forza la volont� di prendere un impegno in queste formule non impegnative, fa un grosso errore. (22)= Ci vediamo! (23)= A poi! A presto! (24)= Allora va bene. ( TRAD. da "PZ" Nr. 46; Bonn- sett. 86)
|
|