Scambi e prestiti lessicali tra l'antico ed il moderno nelle principali lingue europee

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Inglese

 

INTRODUZIONE

Per una serie di circostanze fortuite, una lingua dalle origini poco promettenti e dall' ortografia assurda si � affermata come la pi� diffusa di tutti i tempi, la vera "lingua franca" dei nostri giorni.

Persino un venerabile membro dell’Acad�mie Francaise (nemica giurata degli anglicismi) ha detto: "Parlare inglese � una necessit�; parlare francese � un privilegio".

Si suole pensare all’inglese come la lingua madre di gran parte degli americani del nord, dei britannici, degli australiani, dei neozelandesi, e di molti sudafricani, parlata da pi� di 340 milioni di persone.

Ma � anche la lingua ufficiale di un buon numero di paesi in Africa, come la Nigeria, e persino in Asia, ad esempio Singapore.

L’inglese non riconosce alcuna autorit� centrale: tentativi durante i secoli di stabilire una accademia simile a quella francese, o semplicemente di riformare l’ortografia hanno avuto poca fortuna; ed � forse questa flessibilit� vagamente anarchica che ha permesso alla lingua di prosperare ovunque.

L’inglese non ha esitazione alcuna nell’appropriarsi di termini stranieri anche storpiandoli, o nell’inventare nuove parole proprie a seconda delle esigenze (e ci� non soltanto in campo tecnologico).

E’ indiscutibile che la fonologia e la grammatica di una lingua rappresentano sistemi chiusi, mentre il lessico � essenzialmente un sistema aperto, perch� il patrimonio lessicale di una lingua � in continua espansione. Il lessico � infatti la parte meno stabile di una lingua, continuamente soggetta a interpretazioni personali, coniazioni, imprestiti e pressioni culturali di ogni genere; � dunque quell’aspetto che � pi� aperto a influssi esterni, cio� prestiti da una lingua straniera, che generalmente avviene da una lingua considerata culturalmente pi� avanzata. L’inglese sembra una lingua particolarmente propensa a questo tipo di innovazioni. Ne consegue che, pur essendo una lingua germanica, l’inglese possiede pi� di met� dei suoi vocaboli di derivazione latina e una serie di parole di chiara origine greca, persiana, indiano americano, e altre.

Per quanto riguarda l’organizzazione di questa sezione dell’area di progetto sulle influenze delle varie lingue sull’inglese, abbiamo iniziato con un’introduzione generale delle origini della lingua suddividendola in tre periodi: antico, medio e moderno.

Per ogni periodo abbiamo presentato i cambiamenti generali avvenuti nella societ� che pi� hanno influito sulla creazione del lessico e abbiamo preso come esempi alcune parole derivanti dalle altre lingue quali francese, tedesco, spagnolo, latino, italiano, dividendole per campi (amministrativo, religioso, giuridico, ecc.).

In seguito, data l’importanza sia politica che economica degli Stati Uniti, abbiamo voluto prendere rapidamente in esame, utilizzando il metodo precedente, anche l’American English, la lingua del nuovo continente, che sub� gli influssi delle varie lingue dei colonizzatori.

Infine abbiamo aggiunto una brevissima curiosit� riguardo all’origine dei termini che indicano i punti cardinali che abbraccia tutte le lingue prese in esame.

 LA LINGUA INGLESE 

L’inglese fa parte della grande famiglia di lingue derivate dalla progressiva differenziazione di una parlata originaria, denominata "indoeuropea" e che si suddivide in dieci gruppi principali:

a) l’indo-iranico; iranico

b) l’armeno

c) ellenico

d) albanese

e) italico, che nelle forme antiche comprende: l’asco-umbro, il latino, (madre delle lingue romanze come il francese, l’italiano, lo spagnolo e il portoghese)

f) celtico

g) gruppo balto-slavo

h) tocario

i) ittito

j) germanico

Il termine "anglosassone" indica la lingua delle trib� europee trapiantate nel paese che da loro prese il nome, l’Inghilterra.

La fase della lingua che va dalle origini del periodo della migrazione fino al XI secolo viene detta dagli studiosi "inglese antico". Questa denominazione � incoraggiata dal fatto che gli autori inglesi stessi chiamano cos� (Old English) questo primo periodo della loro lingua ed ha il vantaggio di richiamare la continuit� coi periodi successivi, quelli dell’ inglese medio e dell’inglese moderno. Il termine "anglosassone" viene invece diffuso dai linguisti dell’Ottocento e pone di pi� l’accento sulla parentela della lingua con quella dei Sassoni rimasti sul continente.

L’anglosassone, con le sue variet� dialettali che si formarono sul suolo inglese, era strettamente imparentato con le lingue delle altre trib� germaniche della costa del Mar del Nord (cio� il frisone e il sassone continentale, costituenti il gruppo "ing�vone"), ma non � possibile conoscere direttamente le forme linguistiche della migrazione a causa della scarsit� di documenti scritti in quel periodo, comparsi solo dopo la conversione con l’introduzione dell’alfabeto latino grazie all’opera missionaria del 597. Nell' Inghilterra meridionale infatti si stabilirono fecondi contatti con la tradizione cristiana continentale di stampo romano. Nel 599 il re Ethelbert del Kent, che aveva sposato una principessa cattolica di origine franca, si convert� alla nuova religione e autorizz� il monaco Agostino, inviato da Roma in Inghilterra con 40 monaci missionari, a predicare presso il suo popolo. Agostino fu quindi investito da papa Gregorio Magno del titolo di arcivescovo di Canterbury.

La conversione degli Anglosassoni fu caratterizzata da parte della chiesa da una singolare moderazione, come attesta ad esempio la famosa lettera di S. Gregorio all' abate Mellito, dove il pontefice raccomandava ai monaci missionari rispetto e comprensione per gli usi religiosi pagani, che andavano "indirizzati" al culto del vero Dio, piuttosto che combattuti e distrutti.

La gran parte della produzione letteraria in nordico antico proviene dall’Islanda e in misura minore dalla Norvegia. La lingua che definiamo come antico nordico � quella lingua rappresentata in tutta la documentazione scritta indigena del mondo nordico dalle origini al XIII e XIV secolo.

L’antico nordico si pu� dividere in tre periodi:

1) Il periodo cosiddetto runico (dal V al IX sec.)

2) Il periodo vichingo (dal IX alla fine dell’XI sec.)

3) Il periodo nordico classico o norreno (dalla fine dell’XI sec. al XIV sec.).

Tutto quello che si pu� arguire sulla lingua del periodo delle origini, e sul grado di vicinanza con le altre lingue germaniche del continente, viene dedotto da un lavoro di confronto tra queste e l’anglosassone, che i linguisti negli ultimi due secoli hanno pazientemente portato avanti.

Gli anglosassoni formavano un gruppo linguistico apparentato da caratteristiche comuni (isoglosse), comunemente designato come germanico del Mar del Nord. Tale gruppo linguistico � detto anche "ing�vone", dal termine usato da Tacito per indicare i Germani delle regioni costiere (proximi Oceano Ingaevones).

TACITO TACITO Publio Cornelio Tacito nacque fra il 55 e il 58 d.C., probabilmente in Gallia. Discendente da una famiglia equestre, studi� retorica a Roma e ebbe successo ancor giovanissimo come avvocato.

Nel 77 spos� la figlia di Giulio Agricola, famoso statista e valoroso comandante militare; ricopr� le prime cariche politiche sotto l’imperatore Vespasiano e prosegu� la carriera sotto Tito e Domiziano; fu pretore nell’88 e nello stesso anno partecip� al collegio sacerdotale dei Quindecem Viri Sacris faciundis.

Per alcuni anni fu lontano da Roma, forse per un incarico di governo in una provincia; nel 97, sotto l’imperatore Nerva, fu nominato consul suffectus e pronunci� l’elogio funebre di Virgilio Rufo, al quale era subentrato.

Nell’anno 100, sotto il regno di Traiano, in un processo per corruzione intentato dai provinciali d’Africa, sostenne con Plinio il Giovane l’accusa contro l’ex proconsole Mario Prisco, che venne condannato all’esilio.

Nel 112 o 113 Tacito fu proconsole in Asia. Mor� verso il 117 a.C..

Quattro sono le opere pervenuteci di sicura paternit� tacitiana: L’AGRICOLA, LA GERMANIA, LE HISTORIAE e gli ANNALES.

Tacito ha dato un rivelante contributo storico alla nostra conoscenza dei germani del I secolo. Nella "Germania", egli attribuisce alla venerazione dei germani un pantheon preciso, con una triade di divinit� maschili identificate con i romani Mercurio, Ercole e Marte, e una divinit� femminile identificata con Iside.

Tacito pone l’attenzione anche sulla descrizione delle pratiche di divinazione, sulle funzioni sacerdotali, e sottolinea nei Germani gli aspetti che si possono agevolmente contrapporre ai Romani contemporanei, avviati verso un’epoca di decadenza: moralit� di costumi, spirito fiero ed indipendente, ecc..

Tutte queste lingue costituiscono il cosiddetto germanico occidentale, al cui interno si distingue per le peculiarit� fonetiche l’alto tedesco.

Il gruppo ingevone non era lontano da quello delle lingue germaniche settentrionali; nel gruppo cosiddetto germanico orientale, l’unica popolazione di cui disponiamo documentazione sulla lingua � quella dei Goti.

L’anglosassone appartiene al vasto gruppo di lingue e di dialetti che, per sistema consonantico si evolvono in una certa direzione rispetto al germanico comune.

Si nota che all’interno del germanico orientale vi � il gruppo delle lingue ingevoni, il basso tedesco e l’alto tedesco caratterizzato dal tratto fonetico noto come "seconda mutazione consonantica.

Non c’� dubbio sull’effettiva esistenza di un "protogermanico" da cui sarebbero discese le lingue figlie che hanno dato vita alle varie lingue germaniche attestate.

Per capire come una lingua si sviluppi nel tempo, poich� nessuna lingua � mai stabile, tranne una lingua "morta", � utile sapere prima di tutto qualche cosa su come essa funzioni in quanto fenomeno linguistico; o, per dirla con parole pi� tecniche, la sincronia (studio orizzontale o descrittivo di una lingua a un determinato stadio della sua storia, generalmente lo stadio attuale) pu� essere utile complemento e sussidio alla diacronia, ossia allo studio verticale e storico della lingua in questione.

Le tecniche acquisite nella descrizione sincronica possono spesso spiegare il funzionamento del mutamento diacronico, dandogli maggiore precisione e rigore scientifico.

Il linguista si occupa principalmente della lingua parlata, poich� essa rappresenta la forma primaria della lingua. Come linguista non gli interessa di pi� la lingua dei dotti che la lingua di persone senza istruzione, poich� il suo campo di studio � la lingua nel suo insieme, non una parte ristretta di essa, per esempio quella della letteratura.

La linguistica comparata port� a riconoscere la sostanziale parentela intercorrente fra lingue che erano sempre sembrate abbastanza lontane fra loro, come il latino, il greco, il sanscrito e le lingue germaniche, ecc..

Tutta questa ampia famiglia linguistica cos� rintracciata � detta "indoeuropea" proprio perch� si estende dall’India (il sanscrito era l’antico indiano letterario) all’Europa.

CONCLUSIONE

La lingua inglese possiede parole per indicare qualsiasi cosa, o quasi; il suo vocabolario � probabilmente il pi� ricco di qualsiasi altra lingua esistente al mondo. Per ogni singolo termine vi � una notevole molteplicit� di sinonimi e alcuni di essi sono spesso inutilizzati; inoltre ci sono alcune parole (secondo un recente studio almeno 350) che devono la loro esistenza a errori tipografici e altre incomprensioni grammaticali, mentre altre sono state create grazie a false analogie e retroformazioni.

L’inglese ha anche ripreso parole provenienti da altre civilt�, e tra gli esempi pi� eclatanti possiamo citare "shampoo" (proveniente dall’India) "ketchup" (dal cinese), "sofa" (dall’arabo) e "slogan" (dal gaelico).

Ma il fenomeno pi� interessante che questa lingua ha subito � che nell’epoca chiamata "Middle Age" alcune parole, senza una bench� minima ragione e senza essere etimologicamente correlate ad altri termini conosciuti, vennero create dal nulla: "dog" (cane), "fun" (divertimento), "big" (grande), "jam" (marmellata) possono essere gli esempi pi� notevoli.. Tuttavia non bisogna dimenticare che questo processo creativo � ancora in corso, infatti, anche in tempi pi� recenti sono state coniate nuove parole come "yuppie", termine che indica il tipico giovane in carriera degli anni ’80.

Alcune di queste parole derivavano in parte da vecchi dialetti, ma la maggior parte di essi fu creata dagli scrittori di quel tempo, William Shakespeare su tutti, che us� le sue commedie e i suoi drammi non solo per raccontare storie, ma anche per dar vita a un nuovo linguaggio.

Dal 1500 al 1650 la lingua inglese adott� tra le 10.000 e le 12.000 nuove parole coniate in quel lasso di tempo, e met� di queste sono ancora oggi usate.

Quello era un periodo di una fertilit� incredibile, dove le idee innovative e le invenzioni strabilianti erano all’ordine del giorno, e dove Shakespeare pot� darci vocaboli come "critical" (critico), "obscene" (osceno), "excellent" (eccellente), "lonely" (solitario), "summit" (riunione), "monumental" (enorme), etc. Il suo vocabolario cambi� col passare degli anni; si � infatti notato che negli anni giovanili dell’artista, le parole avevano principalmente a che fare con i sensi ("fragrant" cio� fragrante, "brittle" cio� fragile) mentre negli anni della vecchiaia le parole erano spesso connesse a considerazioni psicologiche.

Ma Shakespeare non fu certo l’unico scrittore a donare nuove parole alla lingua inglese: ricordiamo Ben Jonson con "clumsy" (goffo) e "defunct" (defunto); Isaac Newton nell’ambito scientifico con "centrifugal" (centrifugo) e "centripetal" (centripeto), riferiti ai moti rotatori (in questo caso delle orbite terrestri); Sir Thomas More con "explain" (spiegare) e "absurdity" (assurdit�); Thomas Carlyle con "decadent" (decadente) e "environment" (ambiente).

In tempi moderni, la nascita di nuove parole � dovuta principalmente all’esplosione nella societ� delle tecnologie e delle scienze, piuttosto che a un tentativo di ridefinire emozioni e sensazioni.

Tra le pi� note possiamo citare "lunar module", modulo lunare, "myocardial infarction", infarto al miocardio, "internet", la rete informatica globale, "mobbing", che � l’umiliazione psicologica che un lavoratore subisce dal suo capo e molte altre.

Per concludere, si segnalano alcune parole che nel corso degli anni hanno mantenuto invariata la loro forma, ma hanno modificato il loro significato, spesso assumendone il senso opposto: "brave", valoroso, una volta significava codardia;"manufacture", dal latino "mani factus" assume oggi il significato di prodotto industriale mentre l’etimologia rimanda a qualcosa fatta a mano.

Questo breve excursus riesce solo in parte a delineare la complessit� e le diversificazioni dell‘origine dei vocaboli di una lingua, e, in modo particolare, dell’inglese moderno in quanto lingua veicolare.

In particolare si evidenzia come il patrimonio lessicale nasca e si evolva costantemente nel corso della sua storia grazie a interferenze, prestiti, contaminazioni reciproche con altre lingue e culture e grazie all’ incredibile talento e prestigio di quella grande fucina di artisti che in Shakespeare aveva trovato il suo maggior esponente.

 

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